Il momento della separazione non è mai semplice per nessuna coppia, non solo perché è finito il matrimonio in sé, ma anche perché ci sono molti fattori da tenere in considerazione. Uno di questi è l’assegno di mantenimento per i figli presenti (che in alcuni casi continua anche quando i figli hanno raggiunto la maggiore età), perché prendersi cura di un figlio non è solo un dovere del genitore, ma anche un diritto. Non a tutti è chiaro come si effettua il calcolo assegno mantenimento figli, quando e fino a quando è dovuto il versamento. Infatti sembra proprio che, in tutta Italia, siano i figli maggiorenni a generare i maggiori dubbi nei propri genitori. Vediamo allora come fare sulla base delle sentenze più recenti, ovvero quelle del 2020 e quelle del 2021.
Assegno di mantenimento figli: come si calcola
In realtà non esiste una vera e propria formula matematica per calcolare l’assegno di mantenimento per i figli, ma gli avvocati esperti possono fare alcune previsioni sulla base delle sentenze della Corte di Cassazione e al codice civile. Infatti, tutti i criteri da tenere in considerazione per l’assegno di mantenimento dei figli sono ben descritti dalla sentenza n°19299 del 16 settembre 2020 della Corte di Cassazione. Stando a quanto recita la sentenza, per quantificare la cifra dell’assegno, bisogna seguire il principio di proporzionalità, che tiene conto dei redditi di tutti e due i genitori, di quelle che sono le esigenze del figlio e del suo tenore di vita (sentenza n°4811 del primo marzo 2018 della Corte di Cassazione). Quindi, in sede di tribunale, si tengono conto delle situazioni patrimoniali attuali dei due genitori e dei bisogni del figlio (pertanto, in caso di modifiche successive negli anni, l’ammontare del contributo da versare può essere ricalibrato).
Assegno di mantenimento figli maggiorenni: quando e fino a quando è dovuto
Un’altra questione abbastanza spinosa riguarda l’assegno di mantenimento per i figli maggiorenni, in quanto non tutti i genitori sanno quando e fino a quando debbano versarlo. Infatti, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento per i figli non decade con il raggiungimento della maggiore età. Anzi, è obbligatori finché essi non diventano indipendenti economicamente (quindi non necessitano più del supporto economico genitoriale). Secondo la sentenza della Corte di Cassazione n°6509 nel 14 marzo 2017 l’assegna di mantenimento non va versato quando il figlio ha iniziato un’attività lavorativa. Ciò dimostra che il figlio è in grado a provvedere a sé stesso e l’assegno non va ripristinato anche nel caso in cui il figlio dovesse perdere l’occupazione o abbia un’esperienza negativa sul posto di lavoro. Secondo la sentenza n°17183 del 14 agosto 2020, però, i figli non hanno diritto all’assegno di mantenimento nel caso in cui: abbiano già un lavoro che consenta loro di essere autonomi, abbiano un titolo idoneo e valido per il lavoro o sono in grado di trovare un lavoro o studiare per ottenere un titolo, ma non mostrano impegno.