Cannabis Light: Il nuovo governo deve salvaguardare la libertà economica

Cannabis Light: Il nuovo governo deve salvaguardare la libertà economica.

Il mondo della cannabis è preoccupato per il suo futuro in questi mesi turbolenti di proteste e proposte, slogan e lamentele. I sondaggi al momento non lasciano presagire un parlamento antiproibizionista, e anche proposte minori come l’autoproduzione di 4 piantine di cannabis per uso ricreativo (e medico, vista l’incoerenza del nostro Ministero della Salute) potrebbero essere ignorate nei prossimi anni.

Il Parlamento del prossimo futuro potrebbe infatti avere una significativa maggioranza di destra, la destra di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che negli ultimi anni ha ripetutamente attaccato le aziende e i negozi di coltivazione di cannabis, riportando la menzogna che “non esistono droghe leggere”! Vale la pena notare che queste dichiarazioni sono state fatte tra un Vinitaly e un evento di tutela del Prosecco.

La cannabis light ha meno effetti collaterali del prosecco, come potrete evincere dalle recensioni lasciate dai clienti nei vari siti web, e non può nemmeno essere definita una “sostanza psicotropa”, mentre l’alcol lo è, pur avendo caratteristiche ovviamente diverse da altre sostanze, eppure il calcolo costi/benefici (insieme al proibizionismo americano) ha costretto a regolamentare l’alcol.

Ora, c’è un denominatore comune che dovrebbe unire tutte le forze politiche: la libertà economica dei cittadini, che non può essere insultata pubblicamente dai politici. Demonizzare un settore economico non sarebbe degno della storia della destra, delle prerogative di sviluppo economico dell’ala, o della dignità di ognuno di poter fare un lavoro che non offenda nessuno.

Guardiamo i numeri: il mercato della Canapa Industriale in Italia è cresciuto notevolmente negli ultimi cinque anni, passando dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4.000 ettari del 2018.

Secondo le stime di Coldiretti, il numero di aziende impegnate in questo settore è in aumento, evidenziando l’incredibile versatilità della pianta, che può assumere forme e sostanze diverse a seconda delle lavorazioni. La pianta della canapa, infatti, può essere utilizzata in diversi settori, tra cui la cosmesi, il tessile naturale, la bioedilizia e l’alimentazione, ed è generalmente benefica per l’ambiente.

Secondo i dati Coldiretti, il vero boom è quello della Cannabis Light, nello specifico della coltivazione di piante, fiori e semi a basso contenuto di Thc: il fatturato stimato ad oggi è di oltre 40 milioni di euro, con la possibilità di un aumento esponenziale. In Italia, il mercato della Cannabis Light impiega 10.000 persone, con 1500 nuove aziende dedicate alla lavorazione e alla commercializzazione e 800 nuove aziende agricole.

La Cannabis Light è un mercato in crescita che dà lavoro a molti giovani e che dovrebbe essere finanziato più direttamente dal mercato.

Sarà così? Al di là delle dichiarazioni di questi anni, sulla cannabis light, anche la destra dovrebbe sottoporsi all’evidenza e avere il coraggio di migliorare la normativa, come la legge 242/2016, che presenta alcuni difetti.

Secondo un dossier di Federcanapa, nonostante la legge 242/2016, gli investimenti in Italia sono ancora considerati ad alto rischio a causa dell’interpretazione delle norme e dei controlli stringenti che spesso non sono proporzionati. Il punto è che in Italia la Cannabis sativa L. è classificata prima come pianta stupefacente e poi come pianta industriale, rendendo estremamente difficile fare impresa.